Il progetto MU.S.E.O. si propone di definire un nuovo modello di museo di prossimità capace di enfatizzarne la spinta inclusiva, grazie alla collaborazione stabile fra istituzioni culturali e sanitarie. Attraverso l’uso innovativo della tecnologia e una progettualità strategica votata all’accoglienza, il museo diviene un luogo anche di prevenzione e cura; un’istituzione capace di promuovere il benessere individuale e collettivo attraverso la rimozione delle barriere emotive, cognitive, fisiche e sensoriali che tradizionalmente limitano la partecipazione. MU.S.E.O. nasce dalla consapevolezza che l’accesso alla cultura e al benessere culturale non è garantito in modo equo a tutti i cittadini: specialmente coloro che si trovano in situazioni di fragilità o in posizioni di debolezza all’interno delle comunità territoriali (come le persone con disabilità o le persone anziane) ma anche giovani e adolescenti in situazioni di debolezza psichiatrica e psicologica, spesso incontrano significativi ostacoli che limitano la loro partecipazione alla vita culturale e sociale.
Le azioni che sottintendono la definizione del modello partono dalla necessità di sviluppare la cultura interna al museo, di tutto il suo staff, fortemente votata all’accoglienza e all’accessibilità, secondo i più alti standard internazionali. La definizione delle tecnologie risponde innanzitutto ai bisogni degli stakeholder (istituzioni, utenti finali, caregiver) allo scopo di definire degli strumenti efficaci per la mediazione, a loro volta frutto di percorsi di dialogo e progettazione condivisa.
Complementari a questo livello di competenza e di articolazione delle pratiche, sono la collaborazione e lo scambio con organizzazioni sociosanitarie, con le quali definire nuovi protocolli che consentano di studiare, in modo rigoroso, gli impatti delle proposte e, al tempo stesso, di offrire esperienze di qualità, vivificanti rispetto alle fragilità e al possibile isolamento degli ospiti e degli anziani soli della comunità. Il progetto mira a costruire spazi temporanei capaci, attraverso l’arte “partecipata” e la cultura, di offrire opportunità di socializzazione aggregativa, riabilitativa e di potenziamento delle connessioni, dei e con i caregivers territoriali all’interno ed all’esterno degli stessi spazi di cura.
Tra i risultati attesi ci sono quelli che prevedono un incremento dei visitatori provenienti da altri contesti sociosanitari e di fragilità sociale, con il miglioramento del benessere individuale e collettivo attraverso l’esperienza culturale, e la creazione di un modello replicabile di musei di prossimità a livello europeo, orientato all’inclusione sociale e al benessere culturale.
Vorremmo quindi che i saperi e le pratiche locali sviluppati facciano parte di quella grande sfida che chiamiamo Intelligenza Territoriale: il progetto del MUSEO di prossimità assume il ruolo di una tra le più generative e innovative prospettive politico-sociali di comunità.
Saluti e introduzione: Silvano Casazza, (Osp. San Gerardo) intervento di Michelangelo Pistoletto.e Pier Attilio Superti (Dir. gen. Regione Lombardia). Rossana Becarelli intervista e modera: Antonio Colaianni (ATS Brianza), Gianluca Peschi (ASST LECCO) Sabrina Sammuri, Marco Magnelli (RSA IRAM Lecco), Giorgio Comi (ATTE – Ticino)
Presentazione di due studi scientifici sperimentali: Matteo Sozzi, Massimo Corbo, Stefano Fumagalli, Chiara Megliani, Andrea Salmaggi.
Confronto sulle esperienze dei partner e le prospettive di MU.S.E.O: Giorgio Comi (ATTE) e Stefania Bolis (ATS Brianza), Paola Guzzetti e Maria Grazia Diani (DG Cultura Reg. Lombardia), Alessandra Brambilla (Pinacoteca Zuest), Massimo Corbo (Need Institute), Marco Magri (MMG Cosma), Annamaria Ranzi (Provincia di Lecco), Matteo Orefice (Fondazione Parco San Rocco),Maria Chiara Ciaccheri
Esperienze interattive dirette con tecnologie assistive multimediali